Venerdì 21 aprile 2023 ore 11:00 cerimonia di intitolazione di via Pasteur 15 (interno) - Torino in ricordo di Virginia Angela Borrino, alla presenza del Sindaco Stefano Lo Russo e della Presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo
Virginia Angela Borrino
Cossato (BI), 28.3.1880 - Torino, 14.1.1965
Virginia Angela, conosciuta come Angiola, trascorre la sua infanzia nella natìa Cossato, in provincia di Biella. Dopo il liceo classico prosegue gli studi iscrivendosi alla Facoltà di Medicina dell'Università di Torino, dove si laurea nel 1905. Da subito si distingue per ingegno, rigore morale e dedizione totale alla missione di medico. La sua attività segue due linee convergenti, la fisiologia, con particolare riguardo all'infanzia, e quindi la pediatria, che diviene la ragione della sua vita.
Dopo l'assistenza alla Direzione della Clinica Pediatrica di Breslavia, ora Bratislava, nel 1913 inizia la carriera di docenza universitaria presso l'Università Popolare, in un'epoca storica in cui alle donne era pressoché precluso l'insegnamento accademico, al quale unisce un'intensa attività di pubblicazione scientifica. Negli anni della prima guerra mondiale organizza e dirige il sanatorio antimalarico per bambini in Calabria sull'altipiano della Magna Sila.
Nel 1918 la carenza di ufficiali medici data dal prolungarsi della Grande Guerra favorisce l'affidamento di ruoli direttivi alle donne, superando la mentalità dell'epoca. Nel 1919 la professoressa Borrino riceve l'incarico di direzione della Clinica e della cattedra di Pediatria dell'Università di Siena. E' la prima donna d'Italia a raggiungere tale traguardo. Nel 1924, a seguito del varo di una nuova legge di modifica dei criteri di assegnazione delle cattedre, deve lasciare l'insegnamento di Siena.
Rientra quindi a Torino, dove intensifica l'attività pediatrica rivolta ai meno abbienti e ai bambini poveri, che visita gratuitamente nel suo ambulatorio. Nel 1927 viene chiamata all'Università di Sassari, dove all'attività di docenza e alla professione sanitaria affianca quella di organizzazione di consultori per la prevenzione delle infermità nei bambini e per la protezione delle giovani madri sole o abbandonate. Nel 1931 si trasferisce a Perugia per dirigere la clinica universitaria fino al 1950, quando viene collocata fuori ruolo per raggiunti limiti di età.
Nel 1955 riceve l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La sua straordinaria storia di umanità, caparbietà e dedizione è raccolta nell'autobiografia La mia vita. Memorie di una donna medico.