Circoscrizione 4 San Donato Campidoglio Parella Città di Torino  >>  Circ. IV  >> Atti Cons. >OTTOBRE 12
  San Donato - Campidoglio - Parella CERCA NEL SITO

Atto 145 n. mecc. 2012 04977/87    


Atto n. 145 n. mecc. 2012 04977/87

Il Consiglio di Circoscrizione n. 4 "SAN DONATO - CAMPIDOGLIO - PARELLA", convocato nelle prescritte forme in 1^ convocazione, per la seduta ordinaria del


1 OTTOBRE 2012

Sono presenti nell'aula consiliare del Centro Civico in Via Servais 5, oltre al Presidente Claudio CERRATO i Consiglieri: Alberto ALDAMI ,Roberto ANTONELLI, Gualtiero Remo BARTOZZI, Alessandro BOFFA FASSET, CAPUTO Valentina, Sara CARIOLA, Angelo CASTROVILLI, Stefano DOMINESE, Sara GRIMALDI, Elvio GUGLIELMET, Maurizio MAFFEI, Marco RABELLINO,Alfonso PAPA, Giuseppe PAVONE, Emiliano PONTARI, Lorenzo PULIE’ REPETTO, Andrea RONCAROLO, Nicola SANTORO, Tommaso SEGRE, Rocco ZACCURI.

In totale n. 21 Consiglieri

Risultano assenti i Consiglieri: Armando FANTINO, Massimiliano LAZZARINI, Valerio NOVO, Luca PIDELLO

Con l'assistenza del Segretario Dott.ssa Anna Maria GROSSO

Ha adottato in


SEDUTA PUBBLICA

il presente provvedimento così indicato all'ordine del giorno:

C.4 PARERE (ARTT. 43 E 44 REGOLAMENTO DECENTRAMENTO) AVENTE AD OGGETTO “TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E NUOVI INDIRIZZI PER LA REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTA’ DI TORINO”. RICHIESTA PARERE.
Il Presidente Claudio Cerrato, di concerto con il Coordinatore della VI Commissione Alfonso Papa, riferisce:
con nota del 09/07/2012 prot.n. 1204, il Presidente del Consiglio Comunale ha invitato, ai sensi degli artt. 43 e 44 del Regolamento sul Decentramento, la Circoscrizione ad esprimere parere preventivo in merito alla “Tutela delle aree agricole perturbane e nuovi indirizzi per la realizzazione di orti urbani nella città di Torino”, di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. mecc. 2012 03549/002.
La Città di Torino ha ancora presenti all'interno della cinta urbana diverse aree utilizzate per attività agricole, che si vengono sempre più riducendo e marginalizzando, schiacciate tra l'espansione dell'edificato di Torino e quella dei comuni contermini della prima cintura e dalle numerose infrastrutture stradali e autostradali. Nel vigente Piano Regolatore, all'atto della sua approvazione nel 1995, tali aree, all'epoca coltivate in parte ancora significativa, vennero genericamente, come aree, destinate a parco: se si escludono le aree collinari, previste per la realizzazione del Parco Naturale della Collina (mai avviato), tutte le aree ancora occupate da coltivi vennero inserite genericamente tra i parchi urbani e fluviali, come "servizi". Nella classificazione vigente le attività agricole allora (ed ancor oggi) operanti sono riconducibili agli ambiti P 17, P 19, P 21, P 24, P 25, P 29, P 31, P 33, e tra questi solo un ambito, quello del Villaretto (P 33), era destinato alla realizzazione di un "parco agricolo", da progettare entro 5 anni dall'approvazione del P.R.G., coinvolgendo proprietari e conduttori. Per tutti gli altri ambiti l'attribuzione di diritti edificatori, pur ridotti, da trasferire in diversi ambiti di trasformazione, con la generica "destinazione a parco", non stimolava gli stessi proprietari e conduttori ad avviare colture di qualche pregio, ma solo colture prative, con poche eccezioni peraltro ammirevoli per la loro tenacia. Tale destinazione stimolava semmai la speranza di varianti urbanistiche con cambi di destinazione d'uso, incassando nel frattempo una sorta di "rendita di attesa" incoraggiata dall'espansione urbana. Molte aree sia private che riconducibili ad enti pubblici, essendo marginali, hanno avuto poi un'inarrestabile tendenza a trasformarsi in gerbidi incolti, e ad essere abbandonate al degrado e all'abbandono di rifiuti essendone impossibile il controllo, con pesanti ricadute anche ambientali.
Si è assistito nei fatti ad una progressiva contrazione degli ettari coltivati (erano ancora 3.313 nel 1990) ed a un deterioramento della qualità dei coltivi. Non esiste neppure a tutt'oggi un vero censimento delle attività agricole entro la cinta urbana (incluso il territorio collinare), giacché anche i dati della Camera di Commercio che registrano la presenza di numerose imprese agricole (oltre 500) non chiariscono quali operino effettivamente in tale campo nella nostra città e quali siano registrate solo in quanto hanno in Torino la loro sede sociale. Tra queste sicuramente anche aziende florovivaistiche.
D'altro canto sia le "Agende 21 locali", sia la "Carta di Aalborg", sia la "Carta di Matera" recentemente siglata dal Sindaco di Torino, sia le diverse intese siglate a livello locale con diverse associazioni agricole da diversi Enti territoriali, richiamano la grande importanza e valenza ambientale della tutela delle ultime aree agricole periurbane, da integrare a livello di pianificazione inter e sovra comunale con strumenti di pianificazione di livello ampio ("Green Belt", Cinture Verdi, parchi agricoli metropolitani) proprio per impedirne la progressiva dissipazione e l'inevitabile degrado. La valenza ambientale suddetta è riconosciuta anche dalla PAC (Politica agricola Comunitaria) che nei suoi indirizzi sottolinea l'importanza dell'agricoltura nel suo ruolo multifunzionale, alimentare ma anche ambientale, nella tutela del suolo e negli usi sociali. Il D.L. 18 maggio 2001 n. 228 favorisce poi la stipulazione di convenzioni tra le amministrazioni comunali e le associazioni agricole per interventi di manutenzione del territorio, negli intenti sopra citati.
Infine il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, nel suo aggiornamento ed adeguamento (PTC2), adottato dal Consiglio Provinciale nel luglio 2010 ed in data 21 luglio 2011 approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale, nei suoi indirizzi complessivi, e soprattutto nelle sue Norme di Attuazione (Titolo III, Sistema del verde e delle aree libere, articolo 34), formula chiare Direttive (comma 5) per il perseguimento di numerosi obiettivi per le aree agricole periurbane: tra questi il contenimento del consumo di suolo libero e della frammentazione paesaggistica; il recupero della multifunzionalità e del valore dell'agricoltura come presidio del territorio; il miglioramento della naturalità e della qualità ambientale; la tutela e la messa in valore del sistema di segni del territorio agricolo storico; la mitigazione dell'impatto prodotto dai margini edificati; il potenziamento della rete fruitiva attraverso la mobilità sostenibile (ad es. le "greenways").
Tali direttive richiedono anche alla Città di Torino di adeguare non solo i suoi programmi di lungo periodo, ma anche i suoi strumenti di pianificazione territoriale a tali criteri. Al momento attuale tuttavia la nostra città non ha finora recepito l'importanza di tali indirizzi, né nella sua pianificazione urbanistica, né in altri strumenti come l'auspicato Piano del Verde, da tempo atteso come strumento di integrazione e attuazione del Piano Regolatore, e più volte inserito senza esito nei programmi e negli intenti dell'Amministrazione Comunale. E ciò malgrado le principali aree metropolitane europee da molti anni e talvolta decenni operino in tale direzione. Anche il Regolamento di Tutela del Verde Pubblico e Privato, approvato dal Consiglio Comunale nel 2006, pur prevedendo alcune utili norme di tutela anche per siepi e filari alberati in aree agricole, non costituisce uno strumento operativo efficace ai fini della salvaguardia delle aree agricole, su cui non può esercitare un ruolo né di indirizzo né di cogenza.
Accanto alle problematiche sommariamente esposte, la Città si è trovata spesso in questi anni a confrontarsi con una forte domanda sociale di spazi e risorse per la realizzazione di orti urbani, per i quali nel 1986 venne approvato uno specifico Regolamento, al fine di normare una complessa materia che allora coinvolgeva circa 25.000 famiglie e 2 milioni complessivi di mq., tra orti abusivi su aree di diverse proprietà (molti in fascia fluviale) e orti realizzati legittimamente su aree private date in affitto. L'intento della deliberazione era quello di dare un ordine, attraverso una "coltivazione regolamentata", ad una complessa materia che aveva visto la realizzazione spontanea di migliaia di orti a seguito delle grandi ondate migratorie degli anni '60 e '70 del ‘900, utili talvolta anche come piccole integrazioni al reddito familiare e come strumenti di socializzazione. Alla deliberazione venne data negli anni successivi graduale attuazione, con la creazione di orti regolamentati nel parco dell'Arrivore, nel parco del Meisino, nel parco del Sangone, e in minima parte alle Vallette. Altre esperienze minori ma significative si sono poi sviluppate in alcune case ATC, in case di riposo, in edifici scolastici,ed infine ricordiamo l'esperienza del cosiddetto "orto collettivo" in Borgata Parella. Le procedure di assegnazione, come previsto dal Regolamento, sono state demandate alle Circoscrizioni, con percorsi talvolta non facili. Tutto ciò mentre sono continuate attività di orticoltura urbana "spontanea" in terreni dati in affitto da privati, e, in forma spesso abusiva, in zone demaniali (in particolare demanio ferroviario), e in fascia di pertinenza fluviale, su cui dopo l'alluvione del 2000 le ordinanze della Prefettura e gli Enti preposti hanno dovuto spesso intervenire con sgomberi coattivi. Al tempo stesso è certo mutata anche la tipologia della domanda, con l'affacciarsi di nuove generazioni e di nuove esigenze, e quindi la necessità di rivedere il Regolamento viene percepita in forma diffusa, "aprendo" anche gli orti regolamentati ai quartieri, ed evitando di creare zone intercluse. Tali problematiche sono già state oggetto di ripetute discussioni all'interno delle Commissioni Consiliari e di incontri a livello di Circoscrizione.
Con il venir meno di numerose piccole aree marginali è emersa anche la necessità di creare nuovi spazi da destinare all'orticoltura urbana, spazi di cui la città è carente, e subentrano talvolta giuste preoccupazioni nel destinare a tali attività aree significative nei parchi urbani, ovvero limitare gli spazi destinati alla libera percorribilità ed alla fruizione collettiva, creando situazioni conflittuali. La scarsa disponibilità di aree va di pari passo con la scarsa disponibilità di risorse per mettere a disposizione degli assegnatari terreni di buona qualità, impianti irrigui, zone attrezzate, capanni per attrezzi, il tutto a carico del Settore Verde Pubblico.
Al tempo stesso è accertato che stanno venendo a conclusione, in tempi brevi, in correlazione con alcune trasformazioni urbane attualmente in corso (PR.IN di Strada della Pronda), cessioni alla Città di vaste aree attualmente occupate da attività agricole, sia nella zona Nord (Villaretto) che nella zona Sud (Castello del Drosso); mentre nella zona Ovest alcune suggestioni (il "parco delle Cascine") create dal progetto di corso Marche prevedono il mantenimento di aree agricole lungo una vasta fascia che va dalla Dora Riparia fino al Gerbido. Le cessioni alla Città in cambio di atterraggi di diritti edificatori nelle Z.U.T. esistenti possono essere l'occasione per ripensare e consolidare il ruolo delle attività agricole in città, proprio nell'ottica dell'agricoltura multifunzionale a cui si è accennato, evitando il rischio di vedere tali aree agricole come semplice "riserva urbanistica" per future varianti. Data la vastità di tali aree, in esse è ipotizzabile che possano essere destinati alcuni spazi anche all'orticoltura urbana, senza inficiarne le caratteristiche rurali e senza sottrarre aree destinate a parco alla fruizione collettiva. Si viene quindi a creare la possibilità di destinare alcune di queste aree a progetti di orticoltura urbana, regolamentata in forme che potrebbero essere ripensate in forma innovativa, facendo tesoro anche dell'esperienza recente degli "orti collettivi", e ponendo maggior attenzione alla tipologia delle recinzioni, affinché non creino barriere insormontabili (fatte salve le necessità di garantire requisiti minimi di sicurezza) o aree intercluse, ed alla possibile fruizione pubblica di alcuni spazi comuni, ipotizzando anche forme di compartecipazione alle spese da parte degli assegnatari. Si potrebbero così creare spazi per ricollocare opportunamente orti realizzati in questi decenni in zone incompatibili (soprattutto in fascia fluviale o in fascia di rispetto stradale) o ambientalmente critiche (discariche e siti inquinati).
Tra i progetti potenzialmente innovativi segnaliamo anche la deliberazione proposta dalla Giunta Comunale in data 19 giugno 2007, "Cascine nei parchi", relativa alle cascine storiche di proprietà comunale, che tra i suoi obiettivi si poneva anche la "conservazione del patrimonio rurale e naturale", nonché la "valorizzazione dei prodotti tipici soprattutto delle aree protette collinari e fluviali". Tuttavia tale proposta di deliberazione non è mai approdata in Consiglio Comunale per la sua approvazione. In altre realtà urbane ricordiamo ad es. l'esperienza di "Boscoincittà" nella zona Ovest di Milano, anche se interessante soprattutto come esempio di "forestazione urbana", ed il Parco Sud di Milano.
Il parere in questione è stato discusso, alla presenza di un funzionario del Servizio Grandi Opere del Verde, nel corso della seduta della VI Commissione tenutasi in data 18/09/2012.

Tutto ciò premesso

LA GIUNTA CIRCOSCRIZIONALE

¨ Visto l'art.54 dello Statuto;
¨ Visto il Regolamento del Decentramento, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n.133 (mecc. 1996 00980/49) del 13 maggio 1996 e s.m.i., il quale, fra l'altro, all'art.43 elenca i provvedimenti per i quali è obbligatorio l'acquisizione del parere dei Consigli Circoscrizionali ed all'art.44 ne stabilisce i termini e le modalità;
¨ Visti gli artt. 49 e 107 del Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali approvato con D.L.gs 18 agosto 2000 e s.m.i.;

PROPONE AL CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE

Tenuto conto che il territorio della IV Circoscrizione si vede già ampiamente coinvolto nella deliberazione del Consiglio Comunale relativa al progetto TOCC (Torino Città da Coltivare), sottolineando le esperienze note ed ampiamente efficaci già sviluppate, come l'Officina Verde Tonolli o le iniziative dell'Associazione Alta Parella, oltre alla presenza sul territorio di diverse cascine storiche;
ritenuto che la proposta in oggetto rappresenti un ulteriore contributo rispetto a una chiara volontà in tal senso, già indicata dall'assessorato competente della Città e dal consiglio comunale;
propone di esprimere parere favorevole per la “TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E NUOVI INDIRIZZI PER LA REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTA’ DI TORINO”.

OMISSIS DELLA DISCUSSIONE
Risulta assente dall’aula al momento della votazione il Consigliere Boffa Fasset, per cui i Consiglieri presenti in aula al momento del voto sono 20.

VOTAZIONE PALESE

PRESENTI: 20
VOTANTI: 20
VOTI FAVOREVOLI: 20

Pertanto il Consiglio

DELIBERA

Tenuto conto che il territorio della IV Circoscrizione si vede già ampiamente coinvolto nella deliberazione del Consiglio Comunale relativa al progetto TOCC (Torino Città da Coltivare), sottolineando le esperienze note ed ampiamente efficaci già sviluppate, come l'Officina Verde Tonolli o le iniziative dell'Associazione Alta Parella, oltre alla presenza sul territorio di diverse cascine storiche;
ritenuto che la proposta in oggetto rappresenti un ulteriore contributo rispetto a una chiara volontà in tal senso, già indicata dall'assessorato competente della Città e dal consiglio comunale;
propone di esprimere parere favorevole per la “TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E NUOVI INDIRIZZI PER LA REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTA’ DI TORINO”.

su archivio centrale http://www.comune.torino.it/delibere/2012/2012_04977.html




inserimento 09.11.2012- a cura di Redazione web Circoscrizione 4 - Ufficio Comunicazione&Immagine
 «Torna indietro

Condizioni d’uso, privacy e cookie