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Atto 91 n. mecc. 2005 04673/87

 

Atto n. 91 n. mecc. 2005 04673/87

Il Consiglio di Circoscrizione n. 4 "SAN DONATO - CAMPIDOGLIO - PARELLA", convocato nelle prescritte forme in 1^ convocazione, per la seduta ordinaria del

13 GIUGNO 2005

Sono presenti nell'aula consiliare del Centro Civico in Via Saccarelli 18, oltre al Presidente ALUNNO Guido i Consiglieri: BARBARO Grazia, BOSSO Giovanni, CACCIAPUOTI Francesco, CARTELLA Ferdinando, CERRATO Claudio, DEL BIANCO Marianna, DELLE FAVE Maria Grazia, DEMARIE Stefania, DOMINESE Stefano, FARANO Nicola, FAZZONE Davide, FERRARI Giorgio, FRA Laura Maria, LAVOLTA Enzo, MOLINARO Aldo, POLLINI Alfredo, PUGLISI Ettore, RABELLINO Renzo, VALLE Mauro, ZACCURI Rocco.

In totale n. 21 Consiglieri

Risultano assenti per giustificati motivi i Consiglieri: ENRICI BELLOM Maura, GAI Giorgio, QUAGLIA Laura, VIGNALE Gian Luca,

Con l'assistenza del Segretario Dott.ssa Anna GROSSO

Ha adottato in

SEDUTA PUBBLICA

il presente provvedimento così indicato all'ordine del giorno:

C. 4 PARERE- (artt.43 e 44 del Regolamento sul Decentramento) avente ad oggetto "Programmazione e pianificazione delle attività di Protezione Civile. Regolamento Comunale del Servizio di Protezione Civile".

Il Presidente Guido ALUNNO, di concerto con il Coordinatore della II Commissione Claudio CERRATO, riferisce.

Con nota del 10 maggio 2005, n.prot.589, la Divisione Funzioni Istituzionali – Direzione Protezione Civile e Trasmissioni – Settore Protezione Civile, ha richiesto alla Circoscrizione di esprimere il parere di competenza ai sensi degli artt.43 e 44 del Regolamento del Decentramento in merito "Programmazione e pianificazione delle attività di Protezione Civile. Regolamento Comunale del Servizio di Protezione Civile".

Le funzioni di protezione civile spettanti ai Comuni sono delineate, in un quadro normativo ormai consolidato, in taluni provvedimenti legislativi fondamentali, statali e regionali: la Legge n. 225/1992 istitutiva del servizio nazionale della protezione civile; il D.Lgs.n.112/1998 di conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali; il Decreto Legge n. 343/2001, convertito in Legge n. 401/2001, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile; la Legge Regionale n. 44/2000 di conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali; la Legge Regionale n. 7/2003 recante disposizioni in materia di protezione civile.

In attuazione di quest’ultima, la Regione Piemonte ha recentemente adottato alcuni regolamenti contenenti disposizioni di dettaglio; fra questi, assume particolare rilievo il Regolamento regionale di programmazione e pianificazione delle attività di protezione civile, approvato con D.P.G.R. 18 ottobre 2004, n. 7/R, che disciplina, tra l’altro, le modalità di redazione dei piani di protezione civile di cui ogni Comune deve dotarsi, ai sensi di legge, entro termini perentori la cui inosservanza espone l’ente all’esercizio del potere sostitutivo provinciale (art.8, comma 4).

Lo stesso Regolamento, all’art.4, comma 1, prescrive che il Comune, con propria "deliberazione programmatica", definisce le finalità, gli obiettivi e i tempi per la redazione e l’adozione del piano comunale di protezione civile. Inoltre, all’art. 8, commi 2 e 5, dispone che entro 180 giorni dall’entrata in vigore del medesimo Regolamento (avvenuta in data 5 novembre 2004) i Comuni devono assumere, in relazione alla loro competenza, la deliberazione programmatica sopra citata, cui far seguire l’assunzione, non oltre i 360 giorni dalla sua adozione, di un’apposita deliberazione di approvazione dello strumento di pianificazione dell’attività di protezione civile.

La Città di Torino si è dotata, già dalla fine degli anni ’80, di uno specifico piano comunale di protezione civile che, con il trascorrere degli anni, si è evoluto nell’edizione vigente adottata nell’anno 2001, quale strumento operativo che ha consentito di indirizzare e coordinare, in presenza di dichiarate emergenze, le attività delle diverse strutture comunali, delle aziende erogatrici di servizi e delle forze del volontariato, per fornire una risposta di protezione civile adeguata, tempestiva ed efficace. Detto piano comunale, in armonia con il piano provinciale di protezione civile, nel definire il modello d’intervento ispirato alle linee guida ministeriali note come "Metodo Augustus", individua le c.d. "funzioni di supporto", che costituiscono le risposte che occorre dare alle diverse esigenze presenti in qualsiasi tipo di evento calamitoso.

Tali predisposizioni organizzative sono state adottate con l’impegno di sottoporle a costante controllo, integrazione, adeguamento e perfezionamento con il consapevole contributo di tutte le strutture comunali, delle organizzazioni di volontariato e delle aziende erogatrici di servizi pubblici essenziali: perciò, il piano comunale è stato sottoposto ad una successiva opera di verifica da parte del Servizio di protezione civile finalizzata alla sua più recente implementazione e revisione, anche in vista dell’evento olimpico del prossimo anno, che lo ha reso conforme alle linee guida di più recente generazione.

Nell’approssimarsi della conclusione di tale opera di revisione e aggiornamento, è sopravvenuta la più recente normativa regionale che, oltre a disporre quanto già illustrato, ha perfezionato i lineamenti essenziali per la costituzione ed il funzionamento degli organi e delle strutture di protezione civile regionali, provinciali e comunali, compiutamente descritti nel Regolamento regionale di disciplina degli organi e delle strutture di protezione civile, approvato con D.P.G.R. 18 ottobre 2004, n. 8/R.

In particolare, riguardo agli organi e alle strutture che dipendono dai Comuni, quest’ultimo Regolamento definisce le "prescrizioni minime" necessarie per garantire alla Regione l’esercizio delle forme di coordinamento delle attività di protezione civile a livello regionale (art.1, comma 3).

Inoltre, lo stesso regolamento regionale prevede che i Comuni devono, a loro volta, dotarsi di un "apposito regolamento" che disciplini l’istituzione, la composizione, le funzioni, le modalità di funzionamento e la durata in carica degli organi e delle strutture comunali (art.1, comma 4).

Ora, sulla scorta di quanto sopra e nella cronologia delle azioni da compiere, occorre innanzi tutto predisporre la deliberazione programmatica consiliare che, rinviando alla Direzione Protezione Civile e Trasmissioni il completamento del Piano Comunale di Protezione Civile in edizione aggiornata, richieda che quest’ultimo sia formalmente recepito con deliberazione di Giunta Comunale, ai sensi dell’art.48, comma 2, del Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali (D.Lgs.267/2000).

Invero, il piano comunale rappresenta un documento di pianificazione essenzialmente operativa, suscettibile di implementazioni ed aggiornamenti dettati dall’evolversi della realtà territoriale e dell’assetto organizzativo e direttivo delle varie funzioni di supporto, non compreso fra gli atti riservati alla competenza del Consiglio ai sensi dell’art.42, comma 2, D.Lgs.267/2000.

La deliberazione di Giunta Comunale per l’approvazione del Piano Comunale di Protezione Civile predisposto dagli esperti della Direzione competente rappresenta, peraltro, lo strumento più snello ed efficace allo scopo, perché coerente sia con le esigenze modificative intrinseche ad un piano d’emergenza, sia con le esigenze di garantire un adeguato indirizzo e controllo politico-amministrativo della Civica Amministrazione su questa delicata funzione.

Per quest’ultima va infatti evidenziato che il Sindaco è, ai sensi dell’art.15, comma 3, della Legge n. 225/1992, "autorità comunale di protezione civile" depositaria immediata e diretta dei compiti di "direzione e coordinamento dei servizi di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite dall’evento e provvede a tutti gli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale". Emerge, in questo quadro articolato, come la figura del Sindaco si collochi al centro del complesso sistema dei soccorsi con un ruolo essenziale e fondamentale che impone al pubblico amministratore di avvalersi di una solida struttura di protezione civile e di un dettagliato piano d’intervento.

Pertanto, rinviando alla Giunta Comunale l’approvazione del nuovo "Piano Comunale di Protezione Civile", lo stesso sarà redatto in conformità con gli elementi, le indicazioni e le prescrizioni di cui all’art.4, del D.P.G.R. n. 7/R/2004, nonché tenendo conto delle "Linee Guida per la Redazione dei Piani Comunali di Protezione Civile" elaborate dal Settore Protezione Civile della Regione Piemonte (edizione 2004).

In particolare - acquisendo gli studi ed i piani appositamente predisposti per rischi specifici (in specie gli studi idrogeologici di parte collinare e piana; il piano di emergenza per collasso della diga del Moncenisio; le misure di intervento per gli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante) già patrimonio del vigente Piano Comunale di Protezione Civile (edizione 2001) - l’elaborazione del nuovo Piano sarà finalizzata a:

  1. salvaguardare la vita umana, i beni e gli insediamenti ispirandosi agli obiettivi del "modello territoriale" (analisi e conoscenza del territorio, sua modellizzazione per aree omogenee), del "modello preventivo" (individuazione delle sorgenti di rischio, dei bersagli e delle risorse; definizione degli scenari di rischio ossia degli eventi massimi attesi), del "modello d’intervento" (monitoraggio e allertamento ambientale; informazione alla popolazione; schematizzazione organizzativa di comando; coordinamento operativo comunale; utilizzazione di figure di supporto con alti livelli di competenza) e del "modello di prima ricostruzione" (agevolare la definizione delle procedure di base per il censimento e la quantificazione dei danni), come delineati nei loro contenuti specifici dai più recenti studi, linee guida e metodologie per la redazione dei piani comunali di protezione civile;
  2. consolidare la tipica funzione trasversale affidata alla corrispondente struttura comunale (Direzione Protezione Civile e Trasmissioni), responsabile ad assicurare il coordinamento sinergico di tutte le funzioni di supporto, interne (Divisioni e Servizi Centrali) ed esterne all’organizzazione comunale (enti e aziende erogatrici di servizi essenziali, associazioni di volontariato, ecc.), cui attingere le risorse umane e strumentali disponibili e necessarie a fronteggiare ogni evento rilevante, tanto nella fase preventiva e previsionale del rischio, quanto nella fase dell’emergenza e del superamento della stessa;
  3. verificare costantemente il livello di adeguatezza della capacità reattiva del sistema e dei diversi centri di responsabilità, attraverso la pianificazione di apposite esercitazioni annuali e periodiche riunioni dell’organo di "comando e controllo" (Unità di crisi comunale) e di tutti i suoi membri (referenti delle funzioni di supporto);
  4. assicurare l’intelligibilità dei suoi contenuti per favorirne la migliore conoscenza da parte della cittadinanza, nonché consentirne gli aggiornamenti attraverso procedure semplificate d’adeguamento degli elementi strettamente operativi. A tale scopo, il piano sarà composto di due elaborati, dedicati rispettivamente alla parte propedeutica (territorio, rischi, lineamenti organizzativi, risorse, procedure operative, informazione alla popolazione, normativa) ed a quella operativa (allegati, schede, cartografia); quest’ultima parte sarà costantemente aggiornata a cura della Direzione Protezione Civile e Trasmissioni, sarà formalmente adottata con atto dirigenziale e costituirà parte integrante del piano;
  5. dedicare un’analisi specifica dell’attività di protezione civile in occasione dell’evento olimpico 2006, mediante l’elaborazione d’una speciale appendice al piano comunale, attuativa delle direttive impartite dalla Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo in tema di Protezione Civile, Difesa Civile e Sicurezza Pubblica Olimpica.

Infine, il nuovo piano comunale dovrà essere predisposto, approvato ed attuato in tempo utile per garantirne la puntuale applicazione in occasione dell’evento olimpico 2006 e, comunque, entro il 31 dicembre 2005.

Nel rinviare alla Giunta Comunale l’adozione di siffatto "regolamento ordinamentale" nel rispetto delle disposizioni statali e regionali di specie, occorre precisare che il Servizio Comunale di Protezione Civile è stato proficuamente eretto da oltre due anni nell’omonima struttura allo scopo di garantire la migliore gestione della funzione; su questo collaudato assetto organizzativo, come risultante dal vigente organigramma dell’ente, dovranno:

  1. essere espressamente costituiti il "Comitato Comunale di Protezione Civile" (quale organo superiore di indirizzo politico-strategico, presieduto dal Sindaco o, in sua vece, dall’Assessore delegato e composto da tutti gli Assessori, dal Direttore Generale e dal Segretario Generale, ed eventualmente integrato dal Direttore del Servizio Comunale di Protezione Civile e/o da uno o più esperti),l’ "Unità di Crisi Comunale" (quale organo direttivo - operativo di comando e controllo, presieduto dall’Assessore delegato o, in sua vece, dal Direttore del Servizio Comunale di Protezione Civile e composto dai vertici o loro referenti plenipotenziari di ciascuna funzione di supporto) e il "Comitato di coordinamento comunale del volontariato" (quale organismo aggregativo di base delle associazioni del volontariato di protezione civile operanti nella Città, le cui funzioni saranno assunte dal Comitato comunale di protezione civile allo scopo integrato da un rappresentante designato dalle stesse associazioni);
  2. essere introdotti sia gli altri elementi specifici richiesti dalla normativa regionale e dalle corrispondenti linee guida per la redazione dei piani comunali di protezione civile, sia le ulteriori integrazioni e modificazioni organizzative necessarie al migliore funzionamento del servizio e della componente volontaria di attivazione comunale;
  3. essere confermati alla Direzione Protezione Civile e Trasmissioni i compiti di revisione e integrazione ovvero aggiornamento periodico del Piano Comunale di Protezione Civile, da sottoporre, volta a volta, all’approvazione della Giunta ovvero da recepire con atto dirigenziale, secondo quanto indicato nel precedente punto d);
  4. essere definite le modalità di informazione e consultazione della popolazione in merito al servizio ed al piano di protezione civile della Città;
  5. essere organizzate le forze del volontariato nella costituzione di un gruppo comunale di protezione civile.

In particolare, riguardo al volontariato di protezione civile, l’art.11 del D.P.R.n.194/2001 (Regolamento recante la nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile) prevede che le organizzazioni di volontariato in materia di protezione civile collaborino alle attività di prevenzione, previsione e soccorso, sotto il coordinamento dell’autorità competente ai sensi dell’art.108 del D.Lgs.112/98. Quest’ultima disposizione, al comma 1, lettera c), punto 6), attribuisce ai Comuni le funzioni relative all’utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.

Tale potestà d’impiego dei volontari è stata ribadita e puntualizzata dal Regolamento regionale del volontariato di protezione civile, approvato con D.P.G.R. 18 ottobre 2004 n. 9/R, che ha anche disciplinato una speciale forma di organismo di coordinamento locale del volontariato di protezione civile, individuato dalla L.R. n. 7/2003, in analogia con gli omologhi coordinamenti provinciali e regionale, nel Comitato di coordinamento comunale del volontariato, le cui funzioni sono assunte dal Comitato comunale di protezione civile all’uopo integrato con la presenza del rappresentante del volontariato medesimo (art.15). Inoltre, agli artt.2 e 4, ha espressamente ricondotto nella costituzione dei "Gruppi Comunali" di protezione civile la specifica forma di organizzazione e di aggregazione del volontariato a livello comunale, titolare di particolari rapporti giuridici e benefici riconosciuti dalla legge.

Il regolamento in questione è stato illustrato e discusso nel corso della Commissione II, riunitasi in data 7 giugno 2005, con l'ausilio del Dirigente e di un consulente del competente Settore.

Tutto ciò premesso

LA GIUNTA CIRCOSCRIZIONALE

Visto il Regolamento del Decentramento, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 133 (mecc. 1996 00980/49) del 13 maggio 1996 e n. mecc. 1996 04113/49 del 27 giugno 1996 il quale, fra l'altro, all'art.43 elenca i provvedimenti per i quali è obbligatorio l'acquisizione del parere dei Consigli Circoscrizionali ed all'art.44 ne stabilisce i termini e le modalità.

PROPONE AL CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE

  • di esprimere parere favorevole in merito alla proposta di deliberazione avente per oggetto "Programmazione e pianificazione delle attività di Protezione Civile. Regolamento Comunale del Servizio di Protezione Civile".

OMISSIS DELLA DISCUSSIONE

Risultano assenti dall’aula al momento della votazione i Consiglieri Bosso e Puglisi per cui i Consiglieri presenti in aula al momento del voto sono 19.

VOTAZIONE PALESE

PRESENTI: 19

VOTANTI: 19

VOTI FAVOREVOLI: 19

VOTI CONTRARI: //

ASTENUTI: //

Pertanto il Consiglio

DELIBERA

  • di esprimere parere favorevole in merito alla proposta di deliberazione avente per oggetto "Programmazione e pianificazione delle attività di Protezione Civile. Regolamento Comunale del Servizio di Protezione Civile".

su archivio centrale http://www.comune.torino.it/delibere/2005/2005_04673.html

 

Archivio

inserimento 8.07.2005
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