Atto n. 141 n. mecc.
2005 08011/87
Il Consiglio di Circoscrizione
n. 4 "SAN DONATO - CAMPIDOGLIO - PARELLA",
convocato nelle prescritte forme in
1^ convocazione, per la seduta ordinaria
del
17 OTTOBRE
2005
Sono presenti
nell'aula consiliare del Centro Civico
in Via Saccarelli 18, oltre al Presidente
ALUNNO Guido i Consiglieri: BOSSO Giovanni,
CACCIAPUOTI Francesco, CARTELLA Ferdinando,
CERRATO Claudio, DEL BIANCO Marianna,
DELLE FAVE Maria Grazia, DOMINESE Stefano,
ENRICI BELLOM Maura, FARANO Nicola,
FAZZONE Davide, FERRARI Giorgio, FRA
Laura Maria, LAVOLTA Enzo, MOLINARO
Aldo, POLLINI Alfredo, PUGLISI Ettore,
RABELLINO Renzo, VALLE Mauro, VIGNALE
Gian Luca, ZACCURI Rocco.
In totale n. 21 Consiglieri
Risultano
assenti per giustificati motivi i Consiglieri:
BARBARO Grazia, DEMARIE Stefania, GAI
Giorgio, QUAGLIA Laura.
Con l'assistenza del
Segretario Dott.ssa Anna GROSSO
Ha adottato in
SEDUTA
PUBBLICA
il presente provvedimento
così indicato all'ordine del giorno:
C4 PARERE
(Artt.43 e 44, Regolamento Decentramento)
avente ad oggetto "Atto di indirizzo
in materia di patrimonio culturale e
musei".
Il Presidente
Guido Alunno di concerto con il Coordinatore
alla V Commissione, Enzo Lavolta, riferisce.
Ai sensi
degli art.43 e 44 del Regolamento del
Decentramento veniva comunicato con
lettera n° prot.11137 del 15 settembre
2005 l’invito alla IV Circoscrizione
ad esprimere parere relativamente allo
schema di deliberazione proposto il
10/08/2005 dalla Giunta comunale al
Consiglio Comunale avente come oggetto:
"Atto di indirizzo in materia di patrimonio
culturale e musei ".
L’attuale quadro normativo assegna agli
Enti locali – e in modo particolare
ai Comuni – funzioni e compiti assai
più ampi di quelli che essi hanno tradizionalmente
esercitato. L’assetto generale delle
competenze della Pubblica Amministrazione,
così come è stato delineato dal nuovo
Titolo V della Parte II della Costituzione,
è infatti caratterizzato da un esplicito
e paritario pluralismo istituzionale,
dalla doppia generalità di attribuzioni
alle Regioni (sul piano legislativo)
e ai Comuni (su quello amministrativo),
dalla fine del parallelismo tra competenze
legislative e amministrative, oltre
che dai principi di sussidiarietà, differenziazione
e adeguatezza nell’allocazione delle
funzioni alle diverse componenti della
Repubblica.
In questo
contesto, le responsabilità dei Comuni
si trovano ad essere estese, ben oltre
la gestione del proprio patrimonio e
dei propri istituti culturali, all’insieme
delle funzioni amministrative "che riguardano
la popolazione e il territorio comunale,
precipuamente nei settori organici dei
servizi alla persona e alla comunità,
dell’assetto ed utilizzo del territorio
e dello sviluppo economico, salvo quanto
non sia espressamente attribuito ad
altri soggetti dalla legge statale o
regionale, secondo le rispettive competenze",
come prevede l’art. 13 del D.Lgs. 267/2000.
Alla luce
del recente D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio
2004 "Codice dei beni culturali e del
paesaggio", inoltre, gli Enti locali
con lo Stato, le Regioni, le Province,
le Città metropolitane e ogni altro
ente ed istituto pubblico "hanno l’obbligo
di garantire la sicurezza e la conservazione
dei beni culturali di loro appartenenza"
(art. 30, comma 2), concorrono con lo
Stato nell’opera di catalogazione dei
propri beni, e, previa intesa con gli
enti proprietari, anche degli altri
beni culturali presenti nel loro territorio,
sulla base delle metodologie stabilite
in cooperazione fra Stato e Regioni.
Possono richiedere l’avvio del procedimento
per la dichiarazione dell’interesse
culturale; esercitare il diritto di
prelazione qualora lo Stato rinunci
all’acquisto (artt. 60-62) e richiedere
al Ministero l’espropriazione di beni
mobili e immobili d’interesse storico
e artistico; (art. 95). Numerose competenze
vengono inoltre attribuite agli Enti
locali in tema di valorizzazione, nel
quadro della legislazione regionale
vigente e il cui coordinamento, armonizzazione
e integrazione delle attività è oggetto
di accordi su base regionale, tra Stato,
Regione e Enti pubblici territoriali
(art. 112 comma 4) al fine di definirne
gli obiettivi, i tempi e le modalità
d’attuazione, oltre alle modalità di
gestione.
L’attuale
quadro normativo consente dunque non
solo di distinguere fra proprietà e
gestione dei beni, ma anche fra titolarità
ed esercizio delle funzioni e di aprire
inedite forme di collaborazione fra
le Pubbliche Amministrazioni per una
gestione integrata dei beni culturali
a livello locale.
Va inoltre
considerato che l’attenzione crescente
nei confronti dei musei, e la rivalutazione
del museo in quanto istituto e pubblico
servizio non hanno soltanto stimolato
un suo maggior orientamento nei confronti
del pubblico, il riconoscimento della
centralità della sua funzione educativa,
lo sviluppo di attività espositive e
didattiche, ma hanno anche portato a
riconsiderare le forme e le modalità
della loro gestione: scientifica, culturale,
finanziaria e organizzativa. Sulla base
di queste premesse nell’anno 2002, con
la costituzione della Fondazione Torino
Musei, la Città ha realizzato la più
rilevante distinzione fra le funzioni
di indirizzo e controllo e quelle di
gestione dei musei, dalla creazione
del Museo civico, avvenuta nel 1863,
sino ad oggi.
Preceduta
nel 1998 dalla creazione delle due Istituzioni,
una per la Galleria Civica d’Arte Moderna
e l’altra (non resa operativa) per il
Museo Civico d’Arte Antica, la Fondazione
Torino Musei è anche la prima ad essere
stata realizzata in Italia.
Questo
modello di gestione dei Musei civici
è fondato da un lato sul riconoscimento
della piena autonomia scientifica, culturale
e operativa della Fondazione e, dall’altro,
sul mantenimento in capo alla Città
delle funzioni di indirizzo e controllo,
sulla base di un rapporto regolato dalla
convenzione approvata con deliberazione
n. 90 del Consiglio Comunale dell’8
luglio 2002 (mecc. 2002 03802/45), che
stabilisce gli impegni fra le parti
e affida alla Fondazione l’adozione
degli atti che ne regolano l’organizzazione
e il funzionamento.
La profonda
innovazione del ruolo della Città nei
confronti del proprio patrimonio culturale
e dei suoi musei ha implicazioni di
carattere generale sulle sue politiche
in campo museale e, più in generale,
in materia di patrimonio culturale cittadino.
Non comporta
soltanto una radicale revisione degli
atti che hanno sin qui regolato il funzionamento
e l’organizzazione dei Musei, ma si
estende alla ridefinizione dei criteri
e dei princìpi che improntano le politiche
della Città in materia di patrimonio
culturale e di musei le quali, peraltro,
hanno variamente investito l’insieme
dei musei presenti nel suo territorio,
estendendosi, in gradi e misure diverse
nel tempo, al patrimonio storico e artistico
cittadino nel suo complesso.
Con lettera
del 10 luglio 2003, inoltre, il Segretario
Generale richiedeva una valutazione
sui Regolamenti vigenti e sulla loro
eventuale revisione in forma di Testi
unici che, in materia di musei e patrimonio
culturale interessavano in particolare
il Regolamento n. 209 "Accesso ai musei
civici e alle mostre temporanee" approvato
con deliberazione del Consiglio Comunale
del 30 gennaio 1995 (mecc. 9409649/26).
Da un
suo esame e alla luce del nuovo assetto
di gestione dei musei civici si rende
pertanto necessario provvedere alla
sua abrogazione, adottare gli atti previsti
dalla convenzione con la Fondazione
Torino Musei e, più in generale, dotare
la Città di norme atte a regolare l’intervento
in ambito museale e di patrimonio culturale
cittadino.
La natura
della materia ha suggerito, per le sue
stesse caratteristiche, di adottare,
più che un regolamento di carattere
prescrittivo, un "atto d’indirizzo"
che individuasse princìpi e criteri
guida nell’intervento museale: una sorta
"carta dei musei e del patrimonio culturale"
che definisca gli obiettivi di qualità
che la Città intende perseguire in materia
di musei e beni culturali. Esso si propone
al tempo stesso come riferimento per
l’insieme dei musei cittadini, indipendentemente
dalla titolarità della loro proprietà,
così come è avvenuto – a livello nazionale
– con l’approvazione dell’"Atto di indirizzo
sui criteri tecnico-scientifici e sugli
standard di funzionamento e sviluppo
dei musei. (Art. 150, comma 6, D.Lgs.
112/98)", cui, peraltro, la Città si
è ispirata nella definizione della convenzione
con la Fondazione Torino Musei.
Il confronto
fra la realtà europea e quella italiana,
dopo aver individuato – agli inizi degli
anni Novanta – come essenziale la questione
dell’autonomia scientifica, culturale,
finanziaria e organizzativa dei musei,
quale condizione basilare per un miglioramento
della loro gestione complessiva – dalla
cura e gestione delle collezioni ai
servizi al pubblico – ha progressivamente
orientato l’attenzione degli operatori
nei confronti della qualità globale
del servizio museale.
Un documento
elaborato da ANCI, UPI e Coordinamento
delle Regioni nel 1999 è stato assunto
come base per l’elaborazione di standard
museali da parte del Ministero per i
beni e le attività culturali e approvato
con D.M. 10 maggio 2001 in forma di
"Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici
e sugli standard di funzionamento e
sviluppo dei musei".
L’Atto
d’indirizzo, la cui struttura s’ispira
al Codice deontologico dell’ICOM, l’International
Council of Museums, propone un approccio
globale alla qualità dei musei e dei
loro servizi, individuando gli standard
minimi di dotazione e di prestazione
necessari a garantire l’esistenza e
il buon funzionamento dei musei.
L’abrogazione
dell’art. 150 del D.Lgs. 112/98, a cui
sensi era stato adottato l’Atto di indirizzo,
non ha investito l’Atto, in un momento
in cui molte Regioni l’hanno fatto proprio
e si avviano o stanno per avviarsi a
basare su di esso la normativa regionale
sui musei e lo stesso Ministero ha avviato
la sua sperimentazione all’interno dei
Poli museali. Il Codice ha tuttavia
espunto il termine standard, sostituendolo
con la nuova formula di "livelli di
qualità della valorizzazione" che il
Ministero, le Regioni e gli altri Enti
pubblici territoriali "fissano", anche
con il concorso delle università, curandone
il periodico aggiornamento (art. 114).
Considerato
che:
- alla
creazione del Museo Civico, nel 1863,
la Città di Torino ha affiancato un
intervento più esteso in ambito museale,
che infatti si è tradotto, in forme
e gradi diversi nel tempo, in molteplici
forme di sostegno e di collaborazione
con i musei torinesi, i cui esiti sono
peraltro rintracciabili nelle attuali,
molteplici forme di partecipazione alla
realtà museale cittadina (ved. all.
2 "La Città e i musei: un quadro storico")
(all. 2 - );
- questo
impegno ha portato a una presenza fortemente
diramata, che – in tempi e con gradi
diversi – ha finito per interessare
l’insieme dei musei cittadini con poche
eccezioni, limitate ad alcuni musei
privati – con molti dei quali, peraltro,
la Città ha stipulato convenzioni e
accordi volti a sostenerne l’attività
e a definire un rapporto di collaborazione
stabile nel tempo – e ai musei statali,
anch’essi oggetto di contributi e interventi
e ultimamente – in attuazione del nuovo
quadro normativo venutosi a determinare
nel corso degli ultimi anni – di collaborazione
e di partecipazione alla gestione, a
partire dalla Fondazione del Museo Egizio,
di cui – come è noto – la Città è socio
fondatore;
- la ricostruzione
delle origini storiche di molte delle
attuali partecipazioni della Città a
musei autonomi o di altre amministrazioni
consente di comprenderne meglio il significato
attuale e porta un ulteriore sostegno
a un indirizzo di politica culturale
volto a considerare nei termini di responsabilità
civica permanente l’attenzione estesa
al sistema museale torinese nel suo
complesso, che ha caratterizzato e caratterizza
l’attività dell’Amministrazione oggi;
- a differenza
del passato questa responsabilità trova
fondamento, oltre che nel ruolo che
hanno avuto e hanno gli Enti locali
nella tutela, valorizzazione e gestione
del patrimonio storico e artistico e
dei musei, in un quadro normativo che
lo individua in forma esplicita e positiva;
- la Città
ha continuato e continua dunque a svolgere
una funzione estesa al complesso del
patrimonio culturale e museale cittadino
sia attraverso gli interventi che attua
direttamente sul proprio patrimonio
storico e museale, sia attraverso la
collaborazione e la partecipazione al
funzionamento e allo sviluppo dei musei
e il loro sostegno finanziario e in
servizi.
Attraverso
l’approvazione di un proprio Atto di
indirizzo la Città si propone di dare
attuazione ai criteri tecnico-scientifici
e agli standard di funzionamento e di
sviluppo dei musei su base locale, tenendo
conto della concreta situazione dei
musei cittadini, delle loro capacità
e potenzialità, orientando l’azione
della Città in direzione di un miglioramento
della qualità dei musei e dello sviluppo
di una cultura della qualità nella gestione
del patrimonio e dei servizi museali.
Esso costituisce
in primo luogo un punto di riferimento
per l’Amministrazione comunale, al fine
di stabilire princìpi e criteri nella
gestione del proprio patrimonio museale
e culturale, indipendentemente dalla
forma di gestione attuata, e di orientarne,
a diversi gradi di prescrittività, l’azione,
diretta o indiretta.
Oltre
a questo obiettivo, che si propone di
normare l’attività comunale nell’ambito
dei musei e dei beni culturali di sua
proprietà, l’Atto di indirizzo intende
porre le basi per la definizione degli
impegni della Città nei confronti dei
beni culturali e dei musei appartenenti
ad enti di cui essa fa parte e degli
standard di gestione delle collezioni
e dei servizi al pubblico che si richiede
loro di rispettare in ragione della
partecipazione finanziaria e/o in servizi
da parte della Città.
In terzo
luogo esso si caratterizza come documento
rivolto all’insieme del patrimonio culturale
e dei musei presenti nel territorio
cittadino, come proposta di "linee guida"
da attuare nella tutela e fruizione
di un patrimonio il cui carattere "pubblico"
costituisce in ogni caso una condizione
determinata dalle finalità e dalle modalità
di funzionamento di tutti i musei che,
indipendentemente dalla loro proprietà
e appartenenza, rispondono alla definizione
dell’ICOM, che la Città prende a proprio
riferimento.
Per questa
ragione i princìpi proposti, ripresi
dall’ "Atto d’indirizzo" nazionale,
hanno carattere generale e sono declinati
differentemente a seconda delle diverse
tipologie di museo e di rapporto che
la Città ha con essi.
L’Atto
d’indirizzo viene proposto mentre è
in fase di definizione da parte della
Regione Piemonte l’adozione di standard
su scala regionale, nella piena convinzione
che non vi sia contrasto fra atti assunti
non solo a partire da un comune punto
di riferimento, ma anche la cui applicazione
si riferisce a realtà di diversa dimensione
territoriale.
Esso rappresenta
comunque un atto assunto dalla Città
nell’ambito della sua autonomia statutaria
e comunque modificabile se risulterà
necessaria un’armonizzazione fra le
sue indicazioni e quelle previste dalla
Regione Piemonte nell’esercizio della
sua potestà legislativa in materia di
valorizzazione dei beni culturali. Questa,
peraltro, non costituisce al momento
oggetto di una normativa specifica di
settore, ma risulta soltanto enunciata
in forma di declaratoria di funzioni
nella L.R. 44/2000 di attuazione al
D.Lgs. 112/98, che conferma peraltro
la competenza dei Comuni ad esercitare
tutte le funzioni e i compiti amministrativi
relativi alla cura degli interessi ed
alla promozione dello sviluppo culturale
della comunità di riferimento (L.R.
44/2000 art. 127, comma 1).In apertura
dell’Atto di indirizzo, nel Preambolo,
sono richiamati gli atti a valenza pluriennale
che individuano gli obiettivi a medio
e lungo termine dell’Amministrazione
civica in ambito museale e gli organi
che ne hanno la responsabilità e gli
organi e le strutture incaricate di
vigilare sull’applicazione dell’Atto
stesso e di dare attuazione alle sue
previsioni.
Segue
un articolo dedicato alle definizioni
e ai princìpi generali, desunti dalla
Costituzione e dalla legislazione vigente
in materia di beni culturali e musei,
con particolare riferimento al D.Lgs.
42/2004, il "Codice dei beni culturali
e del paesaggio".
Successivamente
l’Atto di indirizzo della Città di Torino
riprende contenuti e struttura dell’"Atto
di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici
e sugli standard di funzionamento e
sviluppo dei musei" approvato con D.M.
10 maggio 2001, recependone in sintesi
le indicazioni di carattere generale
e le affermazioni di principio basilari,
adeguandole alla realtà museale cittadina.
L’Atto
di indirizzo risulta pertanto suddiviso
in otto parti o ambiti, relativi rispettivamente
a:
Status
giuridico
Assetto
finanziario
Strutture
del museo
Personale
Sicurezza
Gestione
e cura delle collezioni
Rapporti
del museo con il pubblico e relativi
servizi
Rapporti
con il territorio.
Per ciascuno
degli otto ambiti sono enunciati i princìpi
basilari e gli indirizzi di carattere
generale e le forme attraverso cui la
Città di Torino può attuarne, promuoverne,
sostenerne l’applicazione nell’ambito
delle proprie competenze istituzionali.
In tutti
i casi in cui vi siano standard e atti
di carattere più generale già assunti
da parte della Città aventi rilevanza
per i musei e i beni culturali, essi
sono stati ripresi ed evidenziati dall’Atto
d’indirizzo, in corrispondenza del relativo
ambito.
Sono demandate
a successivi atti sia la descrizione
di "linee guida" più specifiche sia
le applicazioni di carattere regolamentare
eventualmente previste dall’Atto stesso.
Per la
sua stessa natura, l’Atto di indirizzo
della Città ha, al pari dell’Atto d’indirizzo
ministeriale, validità limitata nel
tempo e vengono pertanto indicate in
conclusione le modalità e le forme per
il suo periodico aggiornamento, previsto
di norma ogni cinque anni, fatta salva
la necessità di modifiche rese necessarie
dalla modificazione del quadro normativo
statale e/o regionale o dalla volontà
dell’Amministrazione comunale.
Tutto
ciò premesso,
LA GIUNTA
CIRCOSCRIZIONALE
Visto
il Regolamento del Decentramento, approvato
con deliberazione del Consiglio Comunale
n.
133
(mecc. 1996 0980/49) del 13 maggio 1996
e n. mecc. 1996 04113/49 del 27 giugno
1996 il quale, fra l'altro, all'art.43
elenca i provvedimenti per i quali è
obbligatorio l'acquisizione del parere
dei Consigli Circoscrizionali ed all'art.44
ne stabilisce i termini e le modalità
PROPONE
AL CONSIGLIO CIRCOSCRIZIONALE
-
di esprimere
parere favorevole sulla proposta
di deliberazione, approvata dalla
Giunta Comunale in data 10.08.2005,
avente ad oggetto: "atto di indirizzo
in materia di patrimonio culturale
e musei", condizionato all’accoglimento
delle osservazioni indicate in narrativa.
OMISSIS
DELLA DISCUSSIONE
Risultano assenti dall’aula
al momento della votazione i Consiglieri
Bosso e Enrici Bellom per cui i Consiglieri
presenti in aula al momento del voto
sono 19.
VOTAZIONE PALESE
PRESENTI: 19
VOTANTI: 13
VOTI FAVOREVOLI: 13
VOTI CONTRARI: //
ASTENUTI: 6 (Valle-Molinaro-Puglisi-Vignale-Cacciapuoti-Pollini)
Pertanto il Consiglio
DELIBERA
-
di esprimere
parere favorevole sulla proposta
di deliberazione, approvata dalla
Giunta Comunale in data 10.08.2005,
avente ad oggetto: "atto di indirizzo
in materia di patrimonio culturale
e musei", condizionato all’accoglimento
delle osservazioni indicate in narrativa.
su archivio centrale http://www.comune.torino.it/delibere/2005/2005_08011.html