Mappa del sito |
| Ricerca avanzata

Le Ribelli - Antigone 3.0 - Donne che hanno sfidato o scelto la mafia

Spettacolo teatrale organizzato dall'Associazione BONAVENTURA con il contributo della Circoscrizione 3 e con la collaborazione di Binaria / Fabbrica delle E


DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018, ore 18.30
 
Binaria, Centro Commensale (Gruppo Abele)
Via Sestriere 34 - TORINO

INGRESSO LIBERO SINO AD ESAURIMENTO POSTI

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.


Testi di Eleonora Frida Mino e di Roberta Triggiani.
Con Eleonora Frida Mino
Live painting di Giulia Salza
Alla fisarmonica Matteo Castellan

Le Ribelli è il punto di arrivo artistico della trilogia Antigone 3.0, il progetto teatrale che ha raccontato donne che hanno sfidato o scelto la mafia; Eleonora Frida Mino porta sul palco un'antologia che raccoglie le figure femminili che più hanno caratterizzato questo lavoro.

L'attrice Eleonora Frida Mino, insieme alla pittrice Giulia Salza e al musicista Matteo Castellan, accompagnerà il pubblico in un viaggio ideale per conoscere cosa voglia dire il binomio donna/mafia.

Lo spettacolo è dunque il risultato artistico di "Antigone3.0″: saranno raccontate diverse figure femminili e le tematiche dell'essere figlia, madre e la carriera. Figlie, donne in carriera e madri. Sono "Le ribelli", le donne che con storie e scelte di vita diverse, hanno abbracciato o sfidato il sistema mafioso. Chi per adesione alla famiglia mafiosa, chi per mancanza di alternative, chi per coraggio, chi per amore: alcune hanno scelto "il bene", anche a costo della vita

Le protagoniste sono:
- le "figlie" di mafia: Denise Cosco, testimone di giustizia e figlia del boss della 'ndrangheta Carlo Cosco e di Lea Garofalo, testimone di giustizia; e Lucia Riina, figlia del boss Salvatore Riina;
- le "carriere" femminili: Emanuela Loi, agente di Polizia escorta di Paolo Borsellino, e Marisa Merico Di Giovine "principessa della 'ndrangheta";
- "essere madre": Suor Carolina Iavazzo, che fu accanto a Padre Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio di Palermo e che strappò molti bambini e ragazzi alla strada e alla vita mafiosa; Maria Stefanelli, testimone di giustizia, che visse per lungo tempo in fuga, rinnegata dalla sua famiglia e braccata da quella del marito Francesco Marando per aver deciso di fuggire e salvare la figlia dalla violenza della 'ndrangheta, e Giovanna Cannova, che rinnegò la figlia Rita Atria, perché la giovane scelse di diventare testimone di giustizia e di lasciare la "famiglia" mafiosa.