VENERDI 13 MAGGIO 2011 ORE 16.30
Fabbrica delle "e" - Gruppo Abele
Corso Trapani 91 b
INCONTRO CON PIETRO GRASSO
Procuratore Nazionale Antimafia
Partecipa Maria Josè Fava, Presidente di Libera Piemonte
Ingresso libero
CHI E'
Pietro Grasso, incomincia il proprio cursus honorum in magistratura nel 1969 come pretore a Barrafranca. Sostituto procuratore al Tribunale di Palermo, intorno alla metà degli anni settanta si occupa di indagini sulla pubblica amministrazione e sulla criminalità organizzata. Diviene titolare dell'inchiesta riguardante l'omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella il 6 gennaio 1980.
Nel 1984 ricopre l'incarico di giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra (10 febbraio 1986 -10 dicembre 1987), 475 imputati.
Pietro Grasso, a fianco del presidente della corte Alfonso Giordano, è stato estensore della sentenza (oltre 8 mila pagine) che irrogò 19 ergastoli e oltre 2.500 anni di reclusione.
Conclusosi il maxiprocesso, Grasso viene nominato consulente della Commissione antimafia, da Gerardo Chiaromonte prima e poi da Luciano Violante. Nel 1991 viene nominato consigliere alla Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia, il cui "guardasigilli" era Claudio Martelli, che chiamò anche Giovanni Falcone, e componente della Commissione centrale per i pentiti.
Successivamente viene sostituto nell'incarico, per poi essere nominato procuratore aggiunto presso la procura nazionale antimafia (guidata da Pier Luigi Vigna), applicato nelle Procure di Palermo e Firenze dove ha seguito e coordinato le inchieste sulle stragi del 1992 e del 1993.
A Palermo da Procuratore della Repubblica dall'agosto del 1999, sotto la sua direzione, dal 2000 al 2004, sono stati arrestate 1.779 persone per reati di mafia e 13 latitanti, che erano inseriti tra i 30 più pericolosi. Nello stesso arco di tempo la procura del capoluogo siciliano ha ottenuto 380 ergastoli e centinaia di condanne circa per un totale di migliaia di anni di carcere.
L'11 ottobre 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia, subentrando a Pier Luigi Vigna.
L'11 aprile 2006 contribuisce con il suo lavoro, dopo anni d'indagine, alla cattura di Bernardo Provenzano nella masseria di Montagna dei cavalli a Corleone, latitante dal 9 maggio 1963.
Il 18 settembre 2006 la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, con il contributo della Procura Nazionale diretta dal procuratore nazionale Grasso, conclude un'indagine durata due anni riguardante l'azione di alcune cosche mafiose di Vibo Valentia, che avevano messo le mani sui villaggi turistici della costa. Le cosche in questione sono La Rosa di Tropea e quella dei Mancuso di Limbadi, che ricavavano ingenti guadagni dal controllo degli appalti per la costruzione e la fornitura dei villaggi vacanze nella zona di Catanzaro. L'operazione Odissea si conclude con 41 procedimenti di custodia cautelare.