La zona di Santa Rita fino alla costruzione del santuario era completamente priva di chiese. Le cascine erano dotate di cappelle private che spesso assolvevano alle funzioni religiose della popolazione rurale presente sul territorio. Sul finire degli anni Venti, Don Giovanni Baloire che era viceparroco della chiesa di San Secondo dove vi era un altare dedicato proprio alla Santa, propose al vescovo la costruzione di un santuario dedicato a Santa Rita. I lavori iniziarono nel maggio del 1927 e comprendevano anche la costruzione di una cappella provvisoria. La costruzione dell'edificio terminò nel 1934, anche se priva di tutti gli arredi interni. La guerra bloccò per diversi anni i lavori di completamento, fino al 1957 quando la Chiesa fu consacrata e si inaugurò anche il grande organo. Il complesso comprendeva anche un oratorio e un asilo infantile. L'autore del progetto, in stile tardo eclettico ispirato al neo-gotico francese, era l'architetto salesiano Giulio Valotti, famoso per la progettazione della chiesa di Gesù Adolescente in Torino, di numerosi istituti salesiani in Italia, e per l'ampliamento della basilica di Maria Ausiliatrice e dell'Oratorio Valdocco di Torino.
Il campanile presenta alla base un portale d'ingresso in marmo bianco ed è coronato da quattro pinnacoli.
La facciata della chiesa è rivestita in pietra di Cedrano e di Zandobbio. Lo spazio interno è suddiviso in una pianta longitudinale composta da tre navate. All'incrocio tra la navata principale, a quattro campate, e il transetto è collocata una cupola ottagonale, con copertura a falde, sorretta da massicci pilastri. Nei lunotti della cupola sono dipinti degli angeli. Le pareti interne della chiesa sono decorate con mosaici, mentre le vetrate policrome raccontano episodi di vita della santa. Nella cripta posta sotto l'altare maggiore sono poste le spoglie di Monsignor Baloire, un busto che lo raffigura è posto nella navata sinistra accanto alla cappella del Sacro Cuore. Nel 1990 è stato inaugurato un nuovo organo che sostituisce quello originale. La galleria dietro l'altare maggiore è ricca di quadri votivi testimonianze di devozione e storia popolare. La piazza antistante che ha preso il nome dalla chiesa è uno dei centri nevralgici del quartiere.