Tra la fine degli anni Sessanta e la metà dei Settanta si assiste ll'espansione di Mirafiori verso ovest, al di là di corso Orbassano. Quel tratto di periferia di Torino tra piazza Omero e il Gerbido diventava sempre più popolato di case e condomini nuovi e i quindicimila abitanti che vennero a formare questo
quartiere avevano la sensazione di vivere in un "dormitorio" a causa
degli scarsi servizi.
Nel 1970 nacque la parrocchia dell'Ascensione dei Signore, le cui attività
venivano organizzate in v. Gaidano 75, nella piccola cappella Anselmetti,
mentre Torino-Chiese iniziò la costruzione di un seminterrato per opera di ministero pastorale in v. Pinchia , dove furono celebrate le prime funzioni, ma dato lo scarso spazio e le barriere architettoniche, fu immediato il bisogno di un edificio più idoneo.
La nuova chiesa fu iniziata nel 1979, da parte dell'impresa Peraldo
Neia, su una parte dei terreni a ridosso della cascina Roccafranca e la
sua peculiarità sta nella semplicità architettonica e costruttiva, poiché
è un raro esempio di "autocostruzione". Molti cittadini del quartiere,
infatti, mossi da un sincero spirito di fede, collaborazione e generosità,
hanno lavorato alla costruzione dell'edificio, coordinati da esperti. La
proposta era la costruzione di un edificio a un solo piano composto
da un'aula comunitaria, una sala riunione, un ufficio, una sacrestia e i
servizi; successivamente si decise di progettare anche un primo piano
con l'appartamento per i sacerdoti, una seconda saletta per riunioni,un locale di deposito e i servizi.
I muri terminano in alto con vetrate a nastro e sono ricoperti da piastrelle
in argilla espansa a vista .La realizzazione dell'impianto fognariobianco e nero fu impegno notevole per i parrocchiani volontari, ma con
evidente risparmio nella spesa. Per ingentilire e movimentare la facciata
venne eretto un muretto su cui campeggiano sagome a grandezza
naturale rappresentanti devoti piangenti ai piedi della grande
croce, simbolo di morte e di resurrezione. Altre sagome sono riprese anche sulla vetrata che circonda la bussola d'ingresso, simboleggianti la Comunità, tutte realizzate in ferro battuto, così come la serie di formelle inserite nelle finestrelle ai piedi del muro dietro l'altare come segno delle attività umane. Il sagrato è completato da un secondo muretto con inserite due sedute e i
vasi per i fiori, sempre tutto in cemento a vista.
La pavimentazione esterna è in Pietra di Luserna, mentre quella interna è in ceramica; entrambe posate dai parrocchiani. L'ingresso alla chiesa è centrale
alla facciata, non ci sono banchi, ma sedie con un passaggio centrale che porta all'altare sopraelevato dal pavimento da due gradini, a destra l'ambone è un semplice leggio, mentre a sinistra vi è il fonte battesimale di moderna fattura, che precede un'alta e sottile croce in legno; centrale appeso al muro un crocifisso stilizzato in ferro battuto; più a sinistra appoggiato sempre al muro di fondo anche il tabernacolo è una semplice griglia in ferro battuto. Subito accanto troviamo un'icona della Vergine, molto cara ai fedeli.
Dalla parete sinistra dell'aula si accede ad una stretta cappella con un piccolo altare in legno, con il leggio, un tabernacolo cilindrico in legno intagliato e appesi alle pareti un classico crocifisso e un quadro raffigurante la Vergine col Bambino.
La parete a nord dell'edificio è costituita da porte scorrevoli che danno sui locali di servizio della scorrevoli che danno sui locali di servizio dellaParrocchia. L'intero complesso fu edificato in quattro anni, in cui si
costruì la chiesa-comunità costruendo la chiesa-edificio.