La cascina, inizialmente costituita da un piccola corpo di fabbrica
venne costruita a metà del Settecento ed ampliata a fine secolo con
la costruzione della villa, quando la proprietà passa al banchiere
Anselmetti. La struttura presentava un impianto planimetrico a corte
chiusa, più volte ampliato ed era circondata dai campi e pascoli.
Di questa cascina si è conservata fino ai giorni nostri solo la Cappella
Anselmentti, edificio di notevole pregio.
La Cappella, situata in via Gaidano quasi all'angolo con via Rubino, è
un edificio barocco, riconducibile allo stile delle chiese dell'architetto
Bernardo Vittone, ed è l'unica costruzione rimasta di un grande
complesso demolito negli anni '70 per costruire edifici scolastici.
Essa prende il nome dal banchiere Anselmetti, che aveva acquistato
la cascina comprendente anche la cappella sul finire del Settecento
dal signor Bertetti, da cui il nome originario "Bertet", che a sua
volta l'aveva acquistata dalla Città di Torino nel 1730. Il banchiere
Anselmetti sulla proprietà fece costruire una villa e successivamente
fece ampliare la cascina, che aveva la forma a corte chiusa. La cappella aveva soffitti a volta, il pavimento costituito da quadrettoni in laterizio, era totalmente affrescata e possedeva un altare ligneo sovrastato da un'icona rappresentante la Beata Maria Vergine. Recentemente è stata restaurata con i fondi del programma Urban 2 e dall'incontro con l'artista toscano Massimo Bartolini e un gruppo di insegnanti delle scuole Mazzarello e Alvaro-Modigliani, attraverso il progetto "Nuovi Committenti", è nato il "Laboratorio di Storia e Storie". L'artista ha ridisegnato gli ambienti per renderli funzionali all'attività didattica e alla conservazione e consultazione dei materiali raccolti ed elaborati.