Il
Cimitero Monumentale
Nel terzo decennio dei secolo scorso, rivelatesi ormai desuete e insufficienti per l'accresciuta popolazione le strutture degli esistenti cimiteri di San Pietro in Vincoli e di San Lazzaro, costruiti nel 1777, gli Amministratori della Città dovettero ricercare una soluzione cimiteriale più moderna e destinata a durare negli anni. Così, nel 1827, sindaco il marchese Tancredi Falletti di Barolo che contribuì all'iniziativa anche con una cospicua donazione in denaro, fu approvato il progetto per la costruzione dell'attuale Cimitero Monumentale, nella zona detta delle " mezzelune", dalla denominazione dello splendido parco che ivi sorgeva sino al 1706, allorché fu distrutto dalle truppe francesi assedianti Torino, che vi avevano posto il loro accampamento. Gaetano Lombardi costruì l'ingresso e la cappella dei complesso, allora limitato al solo attuale campo primitivo, che fu inaugurato il 5 novembre 1829, con la benedizione dell'arcivescovo monsignore Colombano Chiaveroti, e che prevedeva solo sepolture per inumazione. L'opportunità di destinare un'area alle sepolture private per tumulazione indusse, nel 1841, a costruire la prima ampliazione, opera dell'architetto Carlo Sada. Nel 1866, sempre sul progetto dei Sada, fu realizzata la seconda ampliazione e analogamente, nel 1883, la quarta. Frattanto, nel 1881, su progetto dell'architetto Ceppi, erano stati costruiti i porticati dei lato ovest della terza ampliazione, cui seguirono, sempre ad ovest, i primi porticati della quinta. A questo punto non erano più possibili ulteriori sensibili ingrandimenti - tale non poteva considerarsi la limitata sesta ampliazione, creata in un'area interna ricuperata - in quanto le più avanzate strutture cimiteriali si rispecchiavano nelle acque, allora limpide, della Dora. Infatti, in quei tempi, il fiume, giunto poco oltre il corso Novara, volgeva a sinistra e percorreva, con ampia ansa, parte delle attuali quinta, terza e settima ampliazione, per volgere poi a destra, sino al punto ove ora sorge il ponte Washington e di qui alla foce dei Po. Per ricordare la situazione dei luoghi nella seconda metà dell'Ottocento e per il primo trentennio del nostro secolo possiamo immaginare il mausoleo di Tamagno sulla riva dei fiume e il Campo della Gloria da questo sommerso. Perciò sin dal 1881, fu posto allo studio un progetto di rettifica ed inalveamento della parte terminale dei corso della Dora, la cui realizzazione, per varie vicende, finita la Guerra Mondiale, fu più volte rinviata e conclusa soltanto nel 1931. Fu allora possibile il completamento della quinta e della terza ampliazione, la realizzazione della settima, prima limitata a poche installazioni lungo il muro perimetrale di corso Regio Parco, e successivamente, dell'ottava, sino al raggiungimento delle attuali dimensioni e strutture. |