Consulta Permanente dei Beni Comuni e considerazioni di fine mandato

Pubblicato il 03-06-2024

La Consulta Permanente dei Beni Comuni Urbani, istituita dalla Giunta Comunale nel marzo 2021, ai sensi dell’art. 6 del Regolamento 391, e composta da undici componenti, abitanti tutte e tutti dotati di comprovata sensibilità verso i beni comuni ed esperte ed esperti in discipline giuridiche, economiche, urbanistiche, ecologiche e sociali, ha concluso il suo primo triennio a marzo 2024.

Nell’incontro del 28 maggio 2024, organizzato dalla Consulta per una riflessione sul fine mandato, si sono create delle occasioni di confronto fra i sottoscrittori dei patti, funzionari della Città e delle Circoscrizioni che, con l’accompagnamento della Consulta e di facilitatori esterni, hanno fatto emergere alcune considerazioni sull’andamento dei patti di collaborazione e, più in generale, attraverso la Relazione 2024 di questi tre anni di attività della Consulta, anche sullo stato di attuazione del Regolamento ad oggi.

In merito ai temi trattati nella relazione, relativi alle proposte, ai patti di collaborazione firmati dalla Città di Torino e alle procedure, si informa che l'Ufficio Beni Comuni ha ricevuto ad oggi oltre 300 fra proposte di collaborazione e richieste di informazioni, di queste circa 160 sono state valutate positivamente al Tavolo Tecnico, le valutazioni negative riguardano per la maggior parte dei casi la non congruenza con i principi del Regolamento e la non idoneità dello strumento del patto di collaborazione per la gestione della proposta presentata. In questi casi si accompagna il soggetto civico proponente a riformulare la proposta o a orientarsi verso uno strumento più adatto.

Si rileva anche uno scarto tra le proposte presentate e i patti di collaborazione firmati, che ad oggi sono stati oltre 90, infatti solo il 55% circa  delle proposte giunge alla firma del patto.

La coprogettazione non ha sempre un buon esito, durante gli incontri tra i soggetti civici proponenti e i Servizi e le Circoscrizioni individuate dal Tavolo Tecnico, si approfondiscono i contenuti della proposta e la loro fattibilità e talvolta non ci sono le condizioni per arrivare al patto. Sicuramente una causa è anche imputabile alla mancanza dei tempi necessari per addivenire ad un risultato condiviso e alla scarsa presenza di risorse umane e finanziarie da dedicare alle soluzioni, gli uffici della Città e delle Circoscrizioni sono spesso con carichi di lavoro che rallentano la procedura di stesura e approvazione del patto. Nonostante ci si ponga l’obiettivo di snellire le procedure, la grande criticità risiede ancora nella non sufficiente formazione e propensione allo strumento innovativo del patto di collaborazione.

L’Ufficio Beni Comuni accompagna in tutte le fasi i Servizi e le Circoscrizioni individuate dal Tavolo Tecnico, offrendo anche molte occasioni formative per far sì che, oltre alla gestione delle procedure, si possa realmente diffondere una cultura dei Beni Comuni Urbani e che diventi una pratica condivisa e consolidata, ma tale attività deve essere implementata e strutturata.

Nell’arco degli ultimi anni, dall’approvazione del nuovo Regolamento nel 2020, non sono pervenute proposte di autogoverno, anche se stimolate, in alcune occasioni, dalla Città. Attivare forme di autogoverno è certamente uno degli obiettivi che ci si pone, anche alla luce degli studi svolti nell’ambito del progetto europeo CO4CITIES sulla possibilità di costituire una Fondazione Beni Comuni.

Dopo la sperimentazione di tre anni del precedente Regolamento durante il progetto europeo CO-CITY, si è sentita l’esigenza di riscriverlo completamente, aggiornandolo all’esperienza acquisita; anche ora dopo quattro anni di attività si sente l’esigenza di rivedere alcune parti, a partire, come ricordato dalla relazione della Consulta, dalle procedure e dallo snellimento in alcune casistiche, dalla rivisitazione dei possibili oggetti di cogestione come ad esempio in tema di impianti sportivi ma anche di beni immateriali, dalla riformulazione delle procedure necessarie alla costituzione della fondazione, alla disciplina di temi comuni ai patti come il pubblico spettacolo, la somministrazione, l’organizzazione di eventi e l’occupazione suolo pubblico. A tal proposito gli uffici e gli assessorati competenti in materia stanno lavorando per trovare soluzioni condivise.

Il lavoro di revisione del Regolamento viene affrontato dagli uffici della Città  sulla base delle esperienze in atto, raccogliendo gli stimoli e i suggerimenti dalla Consulta, dalle Circoscrizioni e dagli Uffici che collaborano con noi nella gestione dei patti, e non per ultimi, dai soggetti civici sottoscrittori dei patti incontrati durante l monitoraggi.

La Città intende continuare a promuovere la diffusione della cultura dei beni comuni, attraverso la formazione rivolta a tutti i soggetti coinvolti nella loro gestione e a tutti e tutte le cittadine che intendano avvicinarsi a questo tema.

In quest’ottica diventa fondamentale costruire una rete stabile e dinamica fra i soggetti civici sottoscrittori dei patti, che con la loro presenza capillare sul territorio cittadino possono essere un punto di informazione e attivazione di nuove proposte. I monitoraggi e dall’incontro del 28 maggio, hanno inoltre fatto emergere quanto sia costruttivo il confronto fra le diverse esperienze e lo scambio di competenze, immaginando che questo scambio stimoli una formazione reciproca sui temi quotidianamente affrontati, a partire dalla costruzione della comunità di riferimento. 

Accogliamo quindi favorevolmente le considerazioni fatte dalla Consulta in un’ottica di crescita.