Ultimo aggiornamento 23.04.2009, 11:41
Gli apparati per telecomunicazione sono sistemi che per svolgere la loro funzione devono emettere verso l’esterno l’energia elettromagnetica generata e amplificata da un trasmettitore.
Questa emissione avviene attraverso un trasduttore, anche chiamato antenna trasmittente.
Le antenne sono quindi dispositivi che hanno la funzione di trasduttori per trasformare un segnale elettrico in energia elettromagnetica irradiata nello spazio libero (antenne trasmittenti) oppure per effettuare la conversione inversa (antenne riceventi).
La trasmissione può essere di due tipi:
Nel primo caso l’antenna deve diffondere il segnale su aree abbastanza vaste per raggiungere il maggior numero di utenti possibile, mentre nel secondo le antenne costituiscono un ponte radio, cioè un collegamento tra due punti in vista.
Sono un esempio di impianti broadcasting i ripetitori radiotelevisivi e gli impianti di telefonia cellulare, che sostanzialmente differiscono per le potenze impiegate e quindi per le aree di territorio coperte: i primi hanno spesso potenze superiori al kW e, a seconda della loro quota di installazione, coprono bacini di utenza che interessano anche più province, mentre i secondi impiegano potenze di decine di Watt e di solito interessano aree dell’ordine del chilometro.
I ponti radio vengono realizzati con antenne paraboliche che irradiano l’energia elettromagnetica in fasci molto stretti, sia orizzontalmente che verticalmente; grazie al loro elevato guadagno inviano il segnale a grandi distanze impiegando potenze in molti casi inferiori al Watt.
I ponti radio servono quindi per collegare tra loro due punti (antenne) distanti senza ostacoli interposti, emettendo il segnale in una direzione precisa e con una frequenza elevata.
Questi impianti, spesso di grandi dimensioni, hanno un notevole impatto visivo, ma di solito, grazie alla loro elevata direttività ed alle potenze impiegate, non presentano problemi di inquinamento elettromagnetico.